sehepunkte 24 (2024), Nr. 11

Nicole Bériou: Les pouvoirs de l'éloquence

La predicazione non è l'unico tema approfondito di Nicole Bériou nei suoi molti saggi e numerosi libri ma certamente costituisce un asse intorno al quale hanno ruotato decine e decine di lavori pubblicati in oltre quarant'anni di ricerche. Il suo contributo sulla predicazione alle beghine di Parigi negli anni Settanta del Duecento risale al 1978 mentre è del 2021 quello sui sermoni pronunciati in occasione delle processioni per le Rogazioni.

La parola presa in pubblico e utilizzata per istruire, convincere, indurre a modificare comportamenti e modi di vivere si colloca dunque al centro dei suoi numerosi studi, innovativi ed appassionati. Quella parola è uno strumento utile ad analizzare e cercare di capire la società alla quale i predicatori si rivolgevano ma anche la fase attraversata dalla Chiesa e la sua progettualità. Si tratta di un dispositivo potente interrogato da Bériou per capire direzione e senso di alcuni importanti processi storici rivelati dalle parole dei predicatori e da essi orientati.

Questo libro raccoglie, suddivisi in sei sezioni, 26 lavori pubblicati fra il 1983 e il 2021. Fra i lavori più risalenti quello che analizza la nascita della confessione moderna e gli effetti di questo fenomeno (cap. XIV) o quello che ragiona sulla predicazione alle donne (cap. II), un approccio e un tema, quest'ultimo, che trent'anni fa era, se non del tutto innovativo, certo nemmeno scontato.

Nel 1983 Bériou si è misurata con la preoccupazione dei predicatori di indurre i fedeli a confessarsi a seguito dell'indicazione, di grandissima portata, del canone 21 del quarto Concilio Lateranense che introdusse l'obbligo della confessione annuale al proprio sacerdote: una nuova politica che richiedeva strumenti appropriati per renderla pratica effettiva. Qui i predicatori hanno fatto la loro parte.

L' aspetto funzionale dell'attività omiletica volta a raggiungere uno scopo coerente con l'idea di società e di convivenza propria all'una o all'altra fase del cristianesimo, è il punto che collega fra loro molti lavori di questa studiosa. Di volta in volta Bériou ha inteso mettere in luce l'obiettivo che si davano i predicatori attrezzatisi con impegno e molto studio ad affrontare le piazze. Si trattava di far conoscere e di rendere operativa un'altra e ben più rilevante parola, quella di Cristo ma nel far ciò si trattava anche di mettere in forma un modo di vivere la socialità in tutti i suoi aspetti.

Lo scopo era quello di educare uomini e donne, nella consapevolezza delle diversità comportate dal genere, a declinare in forme e termini adeguati a tempi e a precisi ambienti le sfide che il cristianesimo poneva a chi voleva vivere nella virtù, o non troppo in prossimità del peccato, operando in contesti che i predicatori dovevano conoscere in profondità se volevano moralizzare. Occorreva dunque tarare lo strumento maneggiato dai predicatori, la parola, sugli uditori, pena l'inefficacia. Se ti rivolgi al popolo minuto (Cap. IX: Le petit peuple dans les sermons "ad status", XIIIe siècle) non solo ne devi conoscere caratteristiche, bisogni, progetti, condizioni di vita e di lavoro nonchè la dimensione delle loro risorse economiche ma serve anche dotarsi del vocabolario più adeguato. Se ti rivolgi agli appartenenti agli Ordini militari devi analogamente adeguare al particolare uditorio contenuti e modi (cap. XI : Les ordres militaires sous le regard des prédicateurs au XIIIe siècle).

In caso di predica in occasione delle processioni delle Rogazioni, istituite a seguito di calamità naturali, conviene proporre un nesso fra tali disastri e le "pestilenze" spirituali. Insomma serve una connessione forte con il pubblico, con la fase che si sta attraversando, con i bisogni e le aspettative dei singoli e delle folle. Bériou ha messo in luce tutto ciò contribuendo a rendere oggi assodato e ben studiato tale nesso ed altrettanto accertata la potenza della comunicazione anche nei secoli da lei indagati, soprattutto il XII e il XIII.

Per sapere come di fatto si è realizzata o anche solo tentata la necessaria connessione occorre andare a quei manoscritti predisposti ad uso dei predicatori che ci consentono di sentire o quasi la loro voce. E così la pagina scritta, che poi si è fatta parola detta, consente a noi oggi di partecipare o quasi all'evento che mobilitava le folle, coinvolgeva, commuoveva; ci restano da immaginare pause, accelerazioni, toni, gesti qualche volta descritti da cronachisti o da accurate "reportationes", altre volte solo supponibili.

I secoli più indagati dalla Bériou sono quelli del protagonismo di Domenico e di Francesco, della nascita dei nuovi Ordini (non a caso quello domenicano si chiama dei Predicatori) che si sono dedicati senza risparmio alla predicazione, alla formazione delle coscienze, alla modificazione dei costumi. Di un preciso ruolo educativo assegnato ai predicatori si parla nel cap. XIII (Un mode singulier d'éducation. La prédication aux derniers siècles du Moyen Âge) ma il tema percorre in realtà l'intero libro composto da studi diversi tutti riconducibili al ruolo della parola predicata e, come da titolo, al potere della parola. Un potere che si affiancava ad altri, che ne mitigava le asprezze, che talvolta li condizionava, che agiva sui singoli e sulle istituzioni, o perlomeno tentava, perchè anche le istituzioni vanno "educate".

La Chiesa "rinnovata" del XIII secolo intendeva agire sui fedeli valendosi fortemente dei predicatori. Va detto che si è sempre predicato nella Chiesa ma il ruolo e la funzione che ha assunto la predicazione fra Due e Trecento è stato incomparabilmente più ampio e rilevante rispetto ai secoli precedenti (cap. VI : Des "frères prêcheurs": quel renouveau pastoral dans la France du XIIIe siècle?). Si colloca infatti nel Duecento un "tournant pastoral", vale a dire la forte presa di formidabili predicatori su una società in rapida trasformazione. Tale processo richiedeva l'adeguamento nelle parole impiegate per accompagnare e se possibile condizionare i cambiamenti e richiedeva l'allargamento delle conoscenze relative ai meccanismi di funzionamento sociale che consentissero agli uomini di Chiesa di farsi "pescatori di uomini" (Ho intitolato un mio libro sul tema: Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del Medioevo, Bologna 2005). Mutate realtà politiche, inedite forme economiche, protagonismi individuali e collettivi prima impensati andavano compresi, interpretati e guidati per non perdere ruolo e per non perdere anime.

Predicare è istruire, formare gli uomini e le donne (cap. II : Femmes et prédicateurs: la transmission de la foi aux XIIe et XIIIe siècles e cap. XII: Robert de Sorbon et les femmes) con attenzione alle diverse categorie: le madri, le spose o le monache. Per trasmettere efficacemente la parola di Dio occorreva talento, certamente, ma anche tanto studio ed occorreva stare in mezzo alla gente, capire i nuovi aspetti della vita economica a partire dai termini che li definivano (cap. XXV: Le vocabulaire de la vie économique dans les textes pastoraux des frères Mendiants). Si tratta di una delle venature più interessanti della produzione storica sull'omiletica degli ultimi secoli del Medioevo risalente ad oltre una trentina di anni fa (si vedano gli studi di Odd Langholm e di Giacomo Todeschini).

Va sottolineato l'aspetto performativo della predicazione, il suo agire sulla concretezza per indirizzare e dunque per cambiare: è il potere dell'eloquenza, uno dei suoi poteri. Quando le parole combattono le eresie, quando intendono disciplinare i lussi o far nascere nuovi istituti come i Monti di Pietà (da me molto studiati) si fa esplicito il potere dell'eloquenza al quale Nicole Bériou ha dedicato una attenzione risultata seminale: molto è nato dai suoi studi ai quali continua essere utile fare riferimento.

Rezension über:

Nicole Bériou: Les pouvoirs de l'éloquence. Prédication et pastorale dans la chrétienté latine (XIIe-XIIIe siècles) (= Titre courant; 76), Genève: Droz 2024, 680 S., ISBN 978-2-600-00576-0, EUR 24,00

Rezension von:
Maria Giuseppina Muzzarelli
Università di Bologna
Empfohlene Zitierweise:
Maria Giuseppina Muzzarelli: Rezension von: Nicole Bériou: Les pouvoirs de l'éloquence. Prédication et pastorale dans la chrétienté latine (XIIe-XIIIe siècles), Genève: Droz 2024, in: sehepunkte 24 (2024), Nr. 11 [15.11.2024], URL: https://www.sehepunkte.de/2024/11/38980.html


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